Castello di Strozzavolpe

Il castello di Strozzavolpe sorge su un’altura ai margini di Poggibonsi ed è facilmente individuabile e raggiungibile dalla città. E’ la più importante delle fortificazioni minori che circondano l’abitato oltre che l’unica ad essere giunta a noi praticamente intatta. Sorge su un colle di fronte al “Poggio Bonizio” dove fu iniziato il progetto mediceo della costruzione della Fortezza del Cassero (vedi "La Fortezza di Poggio Imperiale") e di una nuova città fortificata e, già ricordato come “Scoriavolpe” in un documento del 1154, passò nel 1330 dalla famiglia dei Salimbeni agli Adimari di Firenze.

LE LEGGENDE - Il castello è interessante non solo da un punto di vista storico - strutturale ma anche perché al centro di numerose leggende: la prima riguarda il suo nome, formato dall’unione di due vocaboli: il verbo “strozzare” e il sostantivo “volpe”. Secondo quanto narra la tradizione, il castello venne fatto costruire per volere del marchese di Toscana, Bonifazio, ma, durante i lavori, una grossa e feroce volpe riusciva a mettere in fuga sia gli operai che i cavalieri, sputando fuoco dalla bocca e rendendo impossibile la conclusione della costruzione fino a che l’astuto marchese non la strozzò nel bosco, servendosi di un laccio. L’astrologo di corte spiegò che il castello sarebbe esistito solo fino a quando anche il corpo della volpe fosse rimasto intatto; così l’animale venne riempito di oro fuso e nascosto tra le mura del castello. Ancora oggi, nelle notti di luna piena, la volpe abbandona il suo nascondiglio per girovagare nei boschi.
Oltre allo “spirito” della volpe maledetta, il castello è infestato da un altro fantasma. Secondo un’altra leggenda, esiste, all’interno delle mura, una camera segreta, conosciuta come la “Camera rossa”, dalla quale provengono i lamenti della bella e triste Cassandra Franceschi, la quale, scoperta dal marito Ser Giannozzo da Cepparello in atteggiamenti intimi con un servo, venne rinchiusa e lasciata morire nella stanza nascosta, mentre il consorte gozzovigliava nelle stanze attigue. Un altro episodio insolito riguardante il castello si colloca negli anni ‘70, quando vennero iniziati alcuni lavori di restauro e venne trovato uno dei merli stranamente murato di recente, mentre l’operaio che lavorava in quella parte del maniero era scomparso. Venne disfatta la muratura e venne ritrovata una pergamena bruciacchiata che, a caratteri gotici, riportava la mappa per un tesoro nascosto, mentre l’operaio era partito con la famiglia senza lasciare notizia sulla sua meta.

Via di Luco, 5         

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