Poggibonsi: cenni storici

 

Nel cuore della Toscana, immerso nella meravigliosa zona del Chianti, Poggibonsi è un comune italiano di 28 449 abitanti a 33 km da Siena.
Si colloca nella zona dell'Alta Val d'Elsa, area ricca di storia, di cultura e numerose attività artigianali nonché sede di importanti settori produttivi relativi alla coltivazione della vite e dell'olivo, alla base di prodotti rinomati a livello mondiale.
Note sono le industrie del mobile, dell'arredamento e del camper, che hanno acquisito con il tempo sempre più rilievo.
Attualmente la città è il capoluogo della Val d'Elsa e vanta un invidiabile tasso di occupazione poiché, oltre al settore agricolo e industriale, anche quello dei servizi rappresenta un elemento rilevante per l'economia locale.
Il turismo sta vivendo un periodo di forte espansione grazie alla riscoperta delle meraviglie storico-culturali, recentemente valorizzate, tramite la rivalutazione della zona archeologica con i restauri di Poggio Imperiale, la Fonte delle Fate, il Cassero e la Chiesa di San Lucchese.
Questi nuovi tesori si aggiungono alla serie di chiese romaniche, castelli medioevali e ville rinascimentali che arricchiscono la bellezza geografica e culturale della zona.

Poggibonsi si trova in un'ottima posizione strategica tanto che lo storico Giovanni Villani la definisce, nel 1300, il "bilico della Toscana" poiché è situata al centro di bellezze urbane ed extraurbane come Firenze, Colle Val d'Elsa, Siena, San Gimignano, Volterra e Monteriggioni.
La città ha ricevuto così lo stimolo necessario per costruire o migliorare molte strutture alberghiere e aziende turistiche in modo da far fronte alle necessità dei visitatori, avendo la possibilità, al contempo, di promuovere prodotti dell'agricoltura locale quali miele, olio, zafferano e vino, che permettono a Poggibonsi di far conoscere il proprio presente, il proprio passato e la propria identità a chi, come lei, è ricettivo a nuovi stimoli.

CENNI STORICI

IL NOME - All’inizio della sua storia, Poggibonsi era conosciuta con il nome di “Poggiobonio” o “Poggio di Bonizio”, che viene dal latino “Podium Bonitii”.
La parola “Poggio” è riferita al tipico paesaggio collinare di questa zona e alla posizione strategica del nucleo primario della città, che poté difendersi dalle mire espansionistiche di Firenze grazie alla sua collocazione. La parola “Bonizio” deriva invece dal nome del padrone della collina e del castello fortificato che vi fu costruito nel 1150, Bonizio Segni.

ORIGINI - Secondo la tradizione erudita settecentesca, mai comprovata archeologicamente, la nascita del nucleo originario di Poggibonsi risalirebbe all’epoca degli Etruschi e dei Romani e una leggenda popolare stabilirebbe l’origine del borgo nel 62 a.C. , quando i soldati romani, in fuga da Pistoia dopo la sconfitta di Catilina, si insediarono nell’area: a questa data gli Etruschi erano già stati sconfitti dai Romani e la loro indipendenza era finita nell' 89 a.C., anno della “Lex Iulia”, promulgata da Giulio Cesare per concedere la cittadinanza romana agli alleati o a chi si era arreso. I primi insediamenti stabili nell'area di Poggibonsi corrispondente alla Fortezza Medicea sono datati alla metà del V secolo d.C. e sorsero sotto forma di nucleo rurale su basi di pietra.
A questo primo complesso si aggiunse, fino al IX-X sec., un villaggio di capanne che, con il tempo, divenne una vera e propria azienda rurale gestita da un grande proprietario che aveva potere sui propri contadini. Questo villaggio doveva ruotare attorno alla vicina Abbazia di Marturi, affacciata su una via chiamata Francigena di Fondovalle, formatasi in quei decenni, che si collegava a Siena passando per Staggia e Monteriggioni.

BASSO MEDIOEVO- A partire dal 1155/1156, con la protezione di Guido Guerra dei conti Guidi, popolazioni provenienti da Borgo Marturi (probabilmente di origine etrusca), Camaldo (borgo situato sul poggio di San Lucchese), Talciona, Papaiano, Sant'Agnese, Gavignano, San Lorenzo in Pian De' Campi e Siena iniziarono l'edificazione di Poggio Bonizio sulla zona in cui sorge l'attuale fortezza. Il nuovo borgo divenne un castello costruito in stile cittadino, ebbe un grande sviluppo urbanistico e demografico e venne dotato di ricchi edifici e chiese, di cui la più importante è quella di Sant'Agostino.
Forse proclamata città imperiale da Federico II di Svevia nel 1220, la città prosperò per soli 115 anni poiché, nel 1270, Firenze riuscì a conquistarla e a distruggerla completamente.
La popolazione venne fatta trasferire a valle, nel vecchio nucleo di Borgo Marturi, e la città continuò a svilupparsi anche dopo il tentativo fallito dell'imperatore Arrigo VII di ricostruire un grande insediamento nel 1313 (da qui il toponimo di Poggio Imperiale dato alla zona della Fortezza). La politica espansionistica di Firenze verso il mare e verso Roma trovò in Poggibonsi (questo il nuovo nome del borgo, protetto dal 1300 da mura e torri) una conquista ideale poiché snodo viario al crocevia di vari percorsi tra Nord-Sud e Est-Ovest, tanto che nel 1482, Lorenzo de Medici, con un ultimo progetto militaristico - difensivo, pensò di ricostruire la Fortezza di Poggio Imperiale. L'opera non fu ultimata a causa della mutata situazione storico-politica.

RINASCIMENTO - Con obiettivi più pacifici, nel 1500 fu rettificata la via Cassia nel tratto Staggia-Poggibonsi e nella parte al di là del torrente, dove si diffuse la coltivazione del gelso. Per queste vie, da sempre luogo di traffici e commerci di prodotti lontani ma anche locali, come l'antico croco (zafferano), il tabacco, il vino (botti e fiaschi), il bestiame e le granaglie, sono passati o hanno sostato imperatori e re, papi e santi, uomini di scienza, di arte e di politica, personaggi che hanno fatto la cultura e la storia.

TEMPI MODERNI- Un più vivace impulso ai traffici avvenne nel periodo Leopoldino, grazie anche alla costruzione della ferrovia Empoli - Siena, "La Centrale", che si collegava a una delle linee ferroviarie italiane più antiche, la Firenze – Livorno.
Ad Italia unita, le produzioni artigianali più note furono quelle legate all'attività dei mulini (farine, oli vegetali e sanse), pastifici, concerie e vetrerie anche se il principale settore economico restava quello agricolo, essendo gran parte della popolazione costituita da masse rurali diffuse nelle belle campagne circostanti, punteggiate da signorili ville e residenze campagnole di molti nobili fiorentini, alcuni dei quali impreziosivano con i loro palazzi anche l'interno del borgo, il quale andava trasformando l'antico assetto urbanistico. Già nel 1500 erano state in buona parte abbattute le 26 torri e alcuni tratti delle mura ma nel 1800 furono eliminate anche le porte (in origine 4), furono costruite e allargate alcune strade e piazze e fu selciata la Via Maestra. Furono inaugurati l'Ospedale, un nuovo teatro, il palazzo civico, la fonte di piazza, il cimitero nuovo, furono istituite scuole e Poggibonsi fu il primo borgo della Val d'Elsa a dotare le sue vie di illuminazione elettrica.

CONTEMPORANEITÀ - Nei primi anni del 1900 fu deviato il torrente Staggia dal centro abitato, regalando alla città l'aspetto che ha tutt'ora.
Se i Poggibonsesi dei secoli passati ebbero a soffrire per miserie e carestie varie, ricorrenti epidemie e pestilenze (la più nota nel 1630-33), guerre ed assedi, quelli del '900 videro la loro città quasi totalmente distrutta da tremendi bombardamenti nella II Guerra Mondiale e molte perdite umane.
Ma, con tenacia, seppero risollevarsi tanto che, affrontata la ricostruzione, dettero un tale impulso alla città da farla diventare un vivace centro industriale.
Pur permanendo la tradizionale attività vinicola, ormai lanciata su mercati internazionali, fiorirono industrie del legno, in particolare del mobilio, e meccaniche di vario genere, elettromeccaniche, impiantistiche avanzate e di servizio e utensilerie.
A corollario delle attività produttive, si sono generate quelle commerciali, finanziarie , di servizi a privati e alle imprese, nonché turistiche e di accoglienza, seguite da una serie di attività culturali e associative.
Tale sviluppo (Fenomeno Valdelsa) ha suscitato l'interesse di economisti e storici contemporanei poiché ha trasformato l'aspetto urbanistico e sociale della città, che si è notevolmente espansa, e ha reso Poggibonsi meta per l'immigrazione interna e da paesi lontani, cosicché oggi essa appare più ricca umanamente e multietnica .
Nel 1961 l'allora presidente della Repubblica, Giovanni Gronchi, conferì al Comune di Poggibonsi la medaglia di bronzo per il comportamento esemplare tenuto dalla popolazione durante i bombardamenti aerei della II Guerra Mondiale e, poco tempo dopo, anche il titolo di "Città".